Fake

A cosa serve cercare di spiegare cosa sia una fakenews?

Tanto i commenti postati sotto le fakenews non li legge nessuno.

Così una foto (realizzata con l’intelligenza artificiale) di una falsa scultura, come questa, in meno di 24 ore ha già quasi 20.000 like da gente che la crede vera!

Mala tempora currunt… sed peiora parantur

Paolo Federici

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La bandiera italiana

articolo 12 della Costituzione Italiana: La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

Il significato recondito è legato ai colori: verde la speranza, bianco la fede, rosso l’amore. (Ma anche verde l’erba dei nostri prati, bianca la neve dei nostri monti, rosso il sangue dei nostri eroi)

Nel 1789, a metà luglio (esattamente era martedì 14 luglio 1789), successe un fatto storico: scoppiò la Rivoluzione Francese.

I rivoluzionari misero insieme il Rosso, il Bianco ed il Blu.

A Genova fecero qualcosa di analogo, sostituendo solo il blu con il verde.

I colori nazionali italiani erano comparsi per la prima volta a Genova (e ci sono delle testimonianze documentate, conservate negli archivi storici della Repubblica di Genova, dell’utilizzo di una coccarda tricolore italiana, che risalgono al 1789) il 21 agosto 1789 su una coccarda tricolore, mentre il primo stendardo militare verde, bianco e rosso, a tre bande verticali, era stato adottato dalla Legione Lombarda a Milano l’11 ottobre 1796.

La bandiera venne, però, ufficialmente adottata il 7 gennaio 1797 dal Parlamento, riunito a Reggio Emilia, della Repubblica Cispadana, realtà politica nata appena prima a seguito dell’occupazione napoleonica della penisola.

Ancora oggi il 7 gennaio è la festa del Tricolore.

(La giornata venne istituita dalla legge n. 671 del 31 dicembre 1996, con l’intenzione di celebrare il bicentenario della nascita a Reggio Emilia della bandiera italiana, che avvenne ufficialmente il 7 gennaio 1797. Dal verbale della Sessione XIV del Congresso Cispadano: Reggio Emilia, 7 gennaio 1797, ore 11. Sala Patriottica. Gli intervenuti sono 100, deputati delle popolazioni di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Giuseppe Compagnoni di Lugo fa mozione che si renda Universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori, Verde, Bianco e Rosso e che questi tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti. Vien decretato.

È però in età risorgimentale che il tricolore verde, bianco e rosso ottenne la sua consacrazione definitiva. Dovette a lungo combattere con quello azzurro-nero-rosso della Carboneria che avevano una precisa simbologia: l’azzurro rappresentava la speranza e la volontà di raggiungere la libertà; il rosso rappresentava l’impegno necessario per il suo raggiungimento; il nero indicava la fede incrollabile (se non altro avrebbe messo d’accordo rossoneri e nerazzurri, Milan e Inter) ma alla fine, nel 1831, Giuseppe Mazzini e Ciro Menotti scelsero il verde, bianco e rosso che venne così cucito sulle vesti di tutti i combattenti e venne adottato dal Re Carlo Alberto, nel marzo del 1848 (quando scoppiò la prima guerra d’indipendenza!) poco prima di guadare il Ticino con le truppe.

Il testo di questa canzone è stato scritto nel l848 da Francesco Dall’Ongaro e la musica è di Cordigliani.

E la bandiera di tre colori sempre è stata la più bella:
noi vogliamo sempre quella, noi vogliam la libertà!
E la bandiera gialla e nera qui ha finito di regnare,
la bandiera gialla e nera qui ha finito di regnare
Tutti uniti in un sol patto, stretti intorno alla bandiera,
griderem mattina e sera: viva, viva i tre color!

(la bandiera gialla e nera è quella asburgica. A quel tempo buona parte dell’Italia era sotto il dominio austriaco).

Il Tricolore divenne quindi la bandiera del Regno di Sardegna, sostituendo la coccarda azzurra di Casa Savoia, e poi, dal 1861, del Regno d’Italia. A partire da questo momento, il verde, bianco e rosso verrà gradualmente adottato come insegna da tutte le istituzioni e da tutti gli organi pubblici, amministrativi e di difesa del neonato Regno, facendo mostra di sé in ogni avventura intrapresa dal popolo italiano.

Da questo sintetico excursus sulle vicissitudini storiche del Tricolore, risulta evidente come la nostra bandiera racchiuda in sé, nelle sue tre bande colorate, la storia della nostra nazione e l’essenza stessa dello Stato italiano.

“Il Tricolore non è una semplice insegna di Stato, è un vessillo di libertà conquistata da un popolo che si riconosce unito, che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di eguaglianza, di giustizia. Nei valori della propria storia e della propria civiltà”. Queste le parole del Presidente Carlo Azeglio Ciampi.

La bandiera italiana verde, bianco e rossa rappresenta, in patria e nel Mondo, prima di tutto “l’italianità”, quell’intenso sentimento di essere parte del popolo italiano. E quando noi la vediamo stampata sulla maglietta dei giocatori della Nazionale di calcio prima di una importante sfida oppure quando la vediamo disegnata nel cielo di Roma, in occasione dei festeggiamenti per il 25 Aprile o per il 2 Giugno, dagli spettacolari velivoli del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, meglio noti, di certo non per casualità, come “frecce tricolori”, ci sentiamo in qualche modo pervasi da questo sentimento e da un forte senso di appartenenza nazionale.

E poi, il Tricolore è il simbolo dello Stato italiano e dei suoi doveri, verso i cittadini, di tutela dei diritti e della libertà dei cittadini stessi. Esso fa avvertire, nella mente di chi lo guarda, la presenza della Repubblica italiana, volendo quasi comunicare a parole come la democrazia sia in ogni momento tutelata. A tal proposito, la Legge numero 22 dell’anno 1998 ha imposto che la bandiera nazionale italiana venisse obbligatoriamente esposta all’esterno degli edifici di interesse pubblico e nazionale come le sedi dei municipi, la sede del Governo e del Parlamento, gli uffici giudiziari, i Ministeri, le scuole e le Università. Il Tricolore veglia, come un guardiano silenzioso, sull’Italia ed i suoi cittadini.

(vedi anche https://www.geopop.it/il-tricolore-italiano-storia-e-significato-della-bandiera-italiana-e-dei-suoi-colori/ )

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viaggio in Egitto

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…che delusione!

Joel Dicker ti guida nel suo labirinto facendoti credere che dietro la prossima curva ci sia l’uscita, e invece…
Ha ripetuto per quasi trecento pagine il racconto di un evento e tu ti sei convinto di aver capito tutto, poi arriva il cambio di scena e tu rimani perplesso.
“Ma se ha sempre detto che…”
E allora cerchi di rileggere il racconto di quell’evento e capisci che ti ha preso in giro alla grandissima.
Lui non ha mai detto quello che tu hai creduto di leggere.
Eppure ha spalmato le pagine di indizi, suvvia.
Perché non sei stato attento?
Beh, magari la colpa non è della tua disattenzione di lettore, ma della sua capacità di scrittore di indurti a scambiare il falso col vero.
C’è una peculiarità della lingua francese che manca in italiano: loro non hanno il genere maschile e femminile per i pronomi lui/lei, in entrambi i casi è sempre lui.
Sarà questo piccolo dettaglio a permettere a Joel Dicker di giocare con le parole?
Certo che quando ti accorgi di essere stato preso in giro alla grande non ti resta che applaudire alla capacità artistica di questo mago della scrittura.
Però adesso (sto scrivendo questo testo mentre ho appena passato la pagina 300, ma alla fine ne mancano ancora 100!) devo cercare di non farmi ingannare di nuovo da qualcun altro dei suoi trucchi.
Ci riuscirò?
Ne parliamo appena finisco il libro.

Scritto benissimo, intrigante al massimo… e poi massima delusione con quel finale senza pepe.
Vabbè, lasciamo perdere.

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Controcorrente

Io sto con Tommaso, con Nicola e con Agata.
Chi sono?
Leggete “la portalettere” e lo saprete.
Loro sono gli incolpevoli traditi: vittime di mogli e mariti che hanno preferito seguire l’amore.
Certo, tutti hanno diritto di seguire l’amore, ma allora perché Tommaso, Nicola e Agata devono rinunciarvi?
I latini dicevano: mors tua, vita mea.
L’aforisma perfetto per l’egoismo.
In tutte le storie raccontate nei libri, i lettori fanno sempre il tifo per chi segue il suo sogno senza mai considerare che dietro quel sogno possa nascondersi un incubo per qualcun altro che non lo merita.
Paolo Federici

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Codice 93

Avevo già un libro in valigia, ma per una vacanza di una settimana ho pensato che potesse essere poco.
All’aeroporto, un libro mi colpisce (sono sempre i libri a scegliere noi e mai il contrario) per tre motivi:
1. È di un autore francese ed ultimamente i francesi mi stanno piacendo (i miei due preferiti Joel Dicker e Guillaume Musso hanno annunciato un nuovo libro, ma entrambi usciranno a marzo…).
2. Fa parte di una trilogia, il che significa che se dovesse piacermi avrò altri due libri con i quali andare sul sicuro
3. È arrivata mia moglie, mi ha brontolato per non so cosa ed io mi sono dimenticato il terzo punto.
Vabbè, se mi viene in mente ve lo dico dopo.
Comunque sono passati due giorni e le 287 pagine sono già digerite.
Con in mezzo una notte con sogni da incubo.
Perché questo libro ti prende dentro e ti dipinge un quartiere che nessun giornale o televisione ti ha mai raccontato.
Morti senza nome e senza storia che non interessano a nessuno, nemmeno alle statistiche.
Finché il sassolino entra nell’ingranaggio e tutto cambia.
E allora qualcuno di quei morti riacquista, se non la vita, la dignità ed il diritto che la sua storia venga riscritta.
E se spesso potere, soldi e sesso si intrecciano, quando si aggiunge la vendetta il giro è completo.
Ho già acquistato il prossimo libro di Olivier Norek.
Paolo Federici

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Tributo a Morandi

Torna “Happy Voices”, manifestazione organizzata dall’associazione Arciallegri con il patrocinio del Comune.
La tre giorni di musica in programma il 30, 31 maggio e il primo giugno, per il 2024 sarà dedicata a Gianni Morandi e si terrà a Cascina Commenda – Via Amendola 3 Segrate.
Negli ultimi due anni le serate, intitolate a Lucio Battisti prima e a Lucio Dalla poi, si sono svolte in forma di gara.
Happy Voices in realtà era nata come vetrina canora dedicata a uno specifico argomento, come i cori, le canzoni per i bambini, o a uno specifico cantante.

Da quest’anno si torna alla formula iniziale: la manifestazione sarà un tributo all’eterno ragazzo di Monghidoro.

Tutti coloro che vorranno proporre uno o più successi del cantante, dovranno sostenere un provino che consentirà agli organizzatori di valutare il livello dell’esibizione e decidere l’ammissione alle finali in cui i partecipanti proporranno una doppia esecuzione dei brani scelti.

Ci si può candidare entro il 29 febbraio 2024.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare Paolo Federici
paolofederici@paolofederici.it

Ci si può anche unire al gruppo whatsapp dedicato.
Il link a cui iscriversi:
https://chat.whatsapp.com/GvFJhFn2hmp9oVT70cVoKn6

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Saldi

Doppi, tripli, quadrupli saldi.
Se il prezzo è 1000 e vi fanno il 25 per cento di sconto per ben 4 volte… quanto pagate?
Ve lo dico io: 315 (circa)
Quindi 4 volte il 25 per cento… non fa 100 per cento di sconto, ma 68,5 per cento.
E se vi fanno il 20 per cento per 5 volte?
Circa 328!
E se rovesciamo la serie è facciamo il 5 per cento per 20 volte?
Circa 359!
Quindi conviene uno sconto piccolo (x) ripetuto tante volte (y) che non uno sconto alto (y) ripetuto poche volte (x).
Una cosa è certo: un doppio, triplo o quadruplo saldo è sempre una fregatura.
Prendete un numero a caso e provate a fare il 50% solo 1 volta.
E poi riprovate a fare l’1 per cento…50 volte.
Nel primo caso vi scontano il 50%
Nel secondo vi scontano, invece, circa il 60%

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Auguri, Anna!

*Ad Anna, nel giorno del suo compleanno*

Nel mille novecento venti nove,
il dodici del mese di febbraio,
l’amor che il cielo e l’altre cose move
decise ch’era quello un giorno gaio.
La Spezia era sommersa dalla neve,
lei nacque come fiore in un vivaio
e come fosse un prode bucaneve
uscì alla luce a riveder le stelle,
sfinita per il viaggio dormì lieve.
Tutti i giornali pieni di novelle
in prima pagin’ hanno riportato
che Italia e Chiesa son nuove sorelle
I patti in Laterano hanno firmato,
il Papa torna ad essere romano,
proprio un bel giorno per essere nato.
Un nome altisonante ma alla mano:
l’hanno chiamata, sai, come la mamma
della mamma del figlio del dio umano.
La madre di Maria era pur Anna
e lei entrambi i nomi porta ancora,
ma io la chiamo sempre e solo mamma.
Novantacinque sono proprio ora,
non c’è la neve a farci compagnia
auguri le facciamo alla buon’ora.
Paolo

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Cui “non” prodest

i latini avevano un modo semplice per scoprire chi si nascondesse dietro qualunque iniziativa, attività, reato, evento.
Si chiedevano chi ne avesse beneficio (cui prodest).
Adesso c’è il blocco del golfo di Aden ed il problema del transito da Suez.
Facciamo il compitino del cui prodest?
Anzi, andiamo a vedere a chi “non” prodest.
La più danneggiata è l’Europa: le compagnie di navigazione europee (CMA-Francese, MAERSK-Danese, MSC-Svizzera, HapagLloyd-Tedesca…) hanno già dirottato tutte le loro navi che oggi, per raggiungere l’Asia, devono fare il giro dell’Africa, aumentando tempi, consumi, costi e quindi dovendo aumentare i prezzi dei noli. Di conseguenza gli importatori e gli esportatori europei che si affidano alle compagnie di navigazione europee sono altresì penalizzati.
E la Cina? Le navi cinesi transitano da Aden e da Suez senza problemi.
Lo stesso dicasi per le navi indiane, turche, arabe in genere…
Quindi l’Asia non soffre come l’Europa!
E l’America?
Beh i suoi traffici non passano certo da Suez: gli scambi con l’Asia passano attraverso l’oceano pacifico e quelli con l’Europa avvengono tramite l’oceano atlantico.
L’Australia?
Andare dall’Europa all’Australia tramite Suez o tramite il capo di Buona Speranza non modifica sostanzialmente le distanze.
Insomma, a rimetterci in tutto e per tutto è soprattutto l’Europa.
E l’Europa cosa fa?
Non ha un Governo capace di decisioni rapide, non ha un esercito pronto ad intervenire.
L’Europa subisce e chiacchiera.
Anche a trattare con l’Africa (continente decisamente in via di sviluppo con il quale si potrebbero creare rapporti di collaborazione) vanno i singoli Paesi (recentemente si è tenuto un summit tra Giorgia Meloni ed i maggiori rappresentanti dei Paesi Africani).
E l’Europa dov’è?
L’Europa è ancora un’utopia: ci ricordiamo dell’Europa solo quando c’è da andare a manifestare a Bruxelles (come succede con gli agricoltori in questi giorni).
E così, anziché cercare di unire le forze per risolvere i problemi internazionali, guardando al di fuori dei nostri confini, ci ritroviamo a… lavare i panni sporchi in pubblico perdendo ancora più credibilità di quella poco che già abbiamo.
Una cosa positiva c’è: a giugno si vota per il Parlamento Europeo.
Sarà il caso di decidere se vogliamo far crescere l’Europa così che possa confrontarsi da pari a pari con le maggiori potenze straniere, oppure continuare a guardare il nostro orticello facendosi i dispetti tra l’uno e l’altro Stato membro.
Ai posteri…
Paolo Federici

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