Pensavo fossero inesistenti, come gli unicorni.
In effetti non ne avevo mai incontrato uno.
Ne leggevo, talvolta, sui giornali.
O sui social, ma dubitavo: possibile che ci siano persone che davvero sono capaci di pensarla così?
E invece.
Oggi, durante una sosta (sono in viaggio, attraverso l’Uzbekistan) a pranzo, eravamo una ventina di persone, si parlava dell’invasione russa dell’Ucraina (anche l’Uzbekistan, cento anni fa, subì un’occupazione, sempre da parte dei russi) ed eccolo, l’esperto di geopolitica:
“Io mi informo, non seguo quello che ci raccontano giornali e telegiornali.”
Ovviamente uno strenuo difensore della Russia ed un accusatore delle colpe dell’Ucraina.
Al nostro sgomento, insiste:
“Ma come, non sentite quello che dice quel professore, esperto e conoscitore della realtà?”
Lo sgomento aumenta, finché arriva la conclusione:
“Ma sì, come si chiama… adesso non mi ricordo. Ah sì, il professor Orsini,”
Fine della discussione.
Torniamo a pensare al cibo.
Intanto, da tre giorni, la nostra guida ci mostra diversi monumenti (a Khiva, Bukkara e Samarcanda), solo che molti sono stati ricostruiti in tempi recenti perché “gli originali sono stati distrutti quando la Russia ci ha invaso” (poco più di cento anni fa).
Praticamente, ad ogni fermata, la spiegazione termina sempre con la frase: poi sono arrivati i russi ed hanno distrutto tutto.
Sembra che anche Attila fosse russo.
Però Orsini, dall’alto del suo scranno, continua ad acquisire seguaci.
Paolo Federici
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