il tempo scorre avanti ed indietro alternando passato, presente e futuro senza un vero filo conduttore.
In effetti un collegamento c’è, si tratta di un libro: il Barone Rampante.
Queste riflessioni sullo scorrere del tempo, sulla sua linearità, mi hanno sempre affascinato.
Tornare indietro è facile, basta avere un po’ di fantasia, qualche vecchia foto, e la capacità di ricordare.
Arrivano improvvisamente, come una valanga. Si mescolano e si confondono. Mancano di logica, sono discontinui. Te ne ritrovi avvolto e ne sei prigioniero. Come, di cosa parlo? Ma dei ricordi! Ricordi allegri e tristi, recenti e remoti, reali o fantasiosi. Impossibile classificarli, difficilissimo distinguere quello vero da quello falso.
Con il passare degli anni acquistano una vita reale anche i ricordi di fatti mai accaduti, di cose mai dette, di persone mai conosciute. I ricordi sono fatti della stessa sostanza dei sogni. L’effimero e l’irreale si mescolano e si confondono. La logica si perde, perché non c’è un inizio e non c’è una fine. Vengono riportati a galla nella memoria senza alcuna ragione apparente. Una parola sussurrata ha lo stesso potere di una diga che si apre, ed allora assistiamo ad un’inondazione. Un suono o un colore, sono come una palla di neve che rotola sempre più velocemente fino a trasformarsi in valanga.
Siamo prigionieri dei ricordi, come siamo prigionieri dei sogni.
