L’Anomalia (di Hervé Le Tellier)

una decina di anni fa lessi un libro che si intitolava… L’Anomalia (di Massimiliano Pieraccini).
Poi ne lessi uno di Donato Carrisi (Il Tribunale delle Anime) dove la parola “anomalia” era una delle più presenti nel testo.
(lo recensii così: continuo a sostenere che i libri … siano tutti collegati, tra di loro. Da poco ho letto “L’ANOMALIA” (di Massimiliano Pieraccini) ed ecco in questo libro di Carrisi che L’ANOMALIA appare continuamente, quasi la base sulla quale l’autore costruisce tutto il romanzo (le indagini si basano propria sulla scoperta di ANOMALIE presenti nelle scene dei delitti e la parola “ANOMALIA” è una delle più ripetute, presente finanche nella sovracoperta!). Anche la “location” è, per certi versi, analoga: entrambi i libri raccontano di eventi che si svolgono a PRIPJAT (la città modello abbandonata in tutta fretta dopo il disastro di Chernobyl). Ma la cosa che più mi è piaciuta è stato scoprire che anche Marcus (il protagonista del libro) è dei nostri (di quelli che hanno una particolare malattia genetica che si identifica soprattutto con… le epistassi). Ho dovuto arrivare alle ultime pagine per scoprirlo, ma è stato davvero eccitante leggere: solleva lo sguardo su Marcus e si accorge che ha un’emorragia al naso. “Attento”, gli dice, perché non se n’é reso conto. Lui si porta una mano al viso e poi guarda le dita sporche. “Ogni tanto mi capita. Ma poi passa. Passa sempre” Poi continua:“…l’epistassi. Non so da dove venga, ma fa parte di me.” Benvenuto tra di noi.)
Eccoci dunque al terzo collegamento!
Questo è un bocconcino per palati abituati al gusto prelibato.
Va centellinato come un buon vino.
Va masticato e meditato a dovere.
No, non voglio fare alcuno spoiler, ma un aneddoto ve lo devo raccontare: arrivato alla fine sono rimasto come color che son sospesi. C’erano alcuni interrogativi che restavano senza una vera risposta.
Allora sapete coso ho fatto?
Visto che, per combinazione, mi trovavo a Parigi, in aeroporto ho cercato l’edizione originale (L’Anomalie è un libro scritto in francese!) e me la sono comprata.
Poi, come si fa quando si gioca a poker, sono andato a spillare il finale.
Ecco, adesso era tutto più chiaro.
“Ma davvero?” – direte voi.
Vi vedo già fare spallucce e pensare: “ma chi vuol prendere in giro questo qui? Un italiano che legge un libro in italiano e non lo capisce, poi lo compra in francese, lingua che conosce a malapena, e tutto gli è chiaro!”
Beh, spero almeno di avervi incuriosito: leggetelo e poi ne riparliamo, va bene?
(Magari è tutto un trucco per invogliare alla lettura, oppure è una prova che la teoria sostenuta nel libro ha un fondo di verità!)
A presto
Paolo Federici

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La migliore soddisfazione è sbagliare apposta per dare agli altri l'illusione di essere superiori.
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